13 feb 2016

Come farsi pungere dalle specie marine - e far parlare i giornali di quanto la subacquea sia pericolosa


Nel post precedente abbiamo affrontato gli aspetti del farsi mordere dalle specie marine. Parlavamo quindi delle specie coi denti. Ora invece rivolgeremo lo sguardo (e le nostre migliori intenzioni) alle specie dotate di spine, aculei, nematocisti, ghiandole velenifere e organi elettrogeni. 
Insomma animali in grado di bruciare, urticare, avvelenare, folgorare.
Scoprirete che farvi pungere è estremamente più facile che farvi mordere. 
In sostanza: tra una cubomedusa e un o squalo toro... non c'è paragone!

Come iniziare. Il nostro consiglio è quello di allenarvi con le specie che non si muovono. Tutti i coralli urticanti sono stanziali, anzi immobili.
Potete cominciare con loro. 


Corallo di fuoco


Le migliori soddisfazioni aspettatevele da lui, Millepora dichotoma, è quello che vi darà più certezze ed immediate bruciature. I suoi nematocisti, a seconda della superficie colpita, producono ustioni anche di grave entità. Per ottenere il minimo risultato è sufficiente toccare il corallo, che si trova un po' ovunque ma soprattutto in cima ai reef e sulle catene delle boe. Potete anche muovere le braccia mentre cercate di mantenere una sorta di assetto, aggrapparvi alla barriera per fare una foto, ma anche passeggiare senza scarpette da reef (quelle consigliate dall'agenzia di viaggi) sulla barriera, fare surf con la bassa marea etc.
Agli intenditori 
consigliamo di rotolarsi sopra un corallo fuoco senza protezioni di sorta. 
L’ulcerazione prodotta costituirà un’ottima porta d’ingresso per infezioni e gravi malattie. Se poi vi piace frequentare posti lerci e infestati da mosche (posti che spesso si associano ai coralli fuoco) potete stare tranquilli che una magnifica setticemia non ve la leva nessuno!
Il record della creatività ce l'ha un russo. L'ho visto io mentre nascondeva un pezzo di corallo di fuoco nel costume da bagno!
L'episodio è descritto ampiamente in Subacquei Cattivi, che vedete a fianco.
distribuito da Amazon etc. e in versione cartacea nelle librerie


Rotolarsi tra meduse e altri idrozoi può portare a risultati grandiosi!


Tampabay journal
Tra gli esseri più velenosi vi segnaliamo volentieri la Physalia physalis, nella foto in apertura dell'articolo. Detta anche medusa portoghese, ha meravigliosi tentacoli che, se allungati, possono arrivare fino a 50 metri! Questa medusa è in realtà una magnifica colonia di velenosissimi polipettini. Piccoli ma tutti stronzissimi, tutti capaci di secernere una vasta gamma di veleni (ben dieci veleni diversi!) per molti dei quali non esiste ancora un antidoto.
Lasciatevi quindi avvolgere dai lunghi tentacoli filamentosi come da un morbido boa di piume di struzzo. Questa splendida creatura vive vagando sulla superficie di quasi tutti i mari e, con un po' di fortuna e di costanza, potrete incontrarla anche voi. Soprattutto in giornate di calma. Una volta avvistata agitatevi e rotolatevi sotto la sua parte galleggiante, dove si dispiegano interminabili tentacoli. Lasciatevi quindi avvolgere, lasciatevi sopraffare da ben dieci veleni diversi, avvoltolandovi per bene prima a destra e poi a sinistra. E se qualcuno si avvicina con dei guanti di gomma o con dell'acqua calda , mandatelo affanculo e godetevi il veleno in tutte le sue nuance più seducenti.

Ma la vera manna per chi vuol farsi veramente male manipolando gli idrozoi è la cubomedusa.



da non fare:
i guanti!
Questo esserino delle meraviglie s'aggira in tutti i mari della regione Indo Pacifica, quindi un incontro ravvicinato è tanto auspicabile lungo il sontuoso Great Barrier Reef australiano quanto nella Malesia salgariana, alle isole Colf (le Filippine). Purtroppo, però, è un animale raro e quasi invisibile, quindi ogni rendez-vous va pianificato con passione e pazienza lungo itinerari subacquei di grande valenza esotica.
Lasciatevi stregare dalla carezza del mare sulla pelle nuda 7 o 10 giorni dopo il plenilunio ad Anauma Bay, Hawaii. Oppure lasciatevi avviluppare dalle acque cristalline di un giorno di calma tra ottobre e maggio nel nord dell'Australia, attendendo il tocco sensuale di finissimi tentacoli lunghi fino a tre metri. Rotolatevi senza fiato nelle voluttuose spire della cubomedusa.  L'antidoto c'è, ma difficilmente farà in tempo a salvarvi. E anche se qualcuno s'avvicina con dell'aceto, mandatelo affanculo e godetevi la perfetta architettura di un attacco chimico ben pianificato al vostro sistema nervoso centrale in tutte le sue incredibili sfaccettature. La morte sopraggiungerà in pochi minuti, e lo farà in una cornice tropicale, veramente esclusiva.

Pesci pietra e scorpioni


Perennemente zitti, mimetizzati e in agguato (che bella la parola inglese lurking, che le riassume tutte e tre!) Scorfani, pesi pietra e pesci leone, o scorpione, o Pterois volitans, sono tutti parenti stretti e tutti hanno spine, aculei e altre cose che possono diventare il centro dell'attenzione durante le vostre vacanze, possono decidere tra la vostra vita e la vostra morte, mettere in ansia un sacco di gente attorno a voi, anche quelli che non hanno mai saputo una cippa di voi, né gli interessava sapere che siete morti o finiti all'ospedale. Le tracine sono esserini di poco conto.

Le torpedini 


sono quelle bestiole che sembrano la versione pudding delle razze o pesci-palla insabbiati, ma che conoscendo i giapponesi e la loro grande capacità di aggirare i veleni sistemici, hanno deciso di affidarsi all'elettricità. Purtroppo è difficilissimo morire, o finire all'ospedale, per la scossa di una torpedine o di un stargazer, quindi... non considerateli neanche.

IL TOP


Il top non è un essere che punge ma uno che morde. Sì, è vero andrebbe messo di là, ma mi sconquasserebbe un massimo sistema: tra pungere e mordere la differenza sta nella provocazione, nella manipolazione: toccare o non toccare, veleno e non veleno.

Lo pubblicherò presto
perché merita un discorso a parte

NB: qui come sempre 
tutte le foto di proprietà oppure di pubblico dominio (come espressamente dichiarato dai proprietari)

leggi anche - come farsi mordere


10 feb 2016

come farsi mordere dalle creature marine



Cari amici subacquei, ma anche poveri snorkelisti, in questa prima parte, come potete intuire già dal titolo, affronteremo un argomento a voi caro: come farsi ferire dagli animali acquatici coi denti; di quelli con aculei e nematocisti parleremo in seguito. Fare semplicemente un bagno, una nuotata o un’immersione difficilmente, potrà aiutarvi a a raggiungere il vostro scopo. Esamineremo qui e a fondo le tecniche e le condizioni che possono portarvi alla realizzazione del vostro sogno.
   A detta di (quasi) tutti i biologi marini e della maggior parte degli operatori del settore il sistema migliore per farsi mordere da un animale acquatico è quello di infastidirlo, maneggiarlo senza il suo consenso. O anche col suo consenso. Segue a ruota il tentativo di dargli da mangiare, il famosissimo feeding! Cosa può succedere se cercate di; acciuffare, manipolare o palpeggiare un cane o un gatto randagi che incontrate per strada? Potreste essere morsicati. Nella maggior parte dei casi questi teneri animaletti se infastiditi mordono, quindi siate fiduciosi: anche l’animale acquatico si comporterà allo stesso modo.



Parola chiave, interagire!
   Chiunque avvicinandosi alla vita acquatica con l'intento di interagire timidamente con l'animale, lo fa cercando di rimediare un piccolo morso. Lo fanno con un approccio gentile, fatto di sguardi, carezze, rispetto, cercando l’approvazione dell’animale. State tranquilli che prima o poi verranno morsi anche loro. Infatti il motivo principe che spinge l’animale a mordere è la paura; se spaventato morde anche il barboncino della zia Tilli. La buona notizia è che la maggior parte degli esseri acquatici sono molto più cacasotto di quelli terrestri che conosciamo noi, quindi sono portati a mordere più spesso! Vivono nel terrore. Vivono in una specie di foresta, di savana a tre dimensioni, dove se giri l’angolo sbagliato, o ti porti alla quota sbagliata (ma anche se ti fai i cazzi tuoi immobile facendo finta di essere un corallo) ti mangiano. Arrivano da tutte le parti: da sopra, da sotto, davanti e di dietro. Peggio di New York precipitata nell’apocalisse zombie, o nella casa piena di ragni mortali di ‘Aracnofobia’; tanto per dare l'idea di quanto sono spaventati gli animali acquatici. Quindi le chances di farsi mordere anche con un approccio gentile sono all'altezza delle aspettative. Se messa alle strette anche nonna tartaruga è in grado di regalarvi un gran bel morso.


La murena è l'ideale per farsi addentare dopo un approccio cortese ed un sacco di convenevoli. Puntate decisi sulla specie Gymonotorax javanicus la più grande di tutte. Cliccate sul link e informatevi bene: questa murena ha - come le altre sue parenti - denti a sciabola e soprattutto mascelle potenti. Non molla la presa dopo averla stretta tra le fauci proprio per la conformazione della sua dentatura, e rappresenta il massimo della sfida: il suo aspetto ostile di serpente brutto e cattivone e la sua aria apparentemente aggressiva la rendono un perfetto animale da divemaster alfa palpeggiatore/manipolatore. Come pesce ideale per farsi mordere la murena può portare infezioni ed il suo morso, peraltro dolorosissimo, può risolversi in una magnifica amputazione, come nello splendido filmato qui sotto.


Un altro animale interessante è senz’altro il pesce balestra titano. Nel periodo in cui depone le uova, normalmente d’estate, diventa veramente un cafone. Non sente ragioni: se entri nel cono rovesciato il cui apice parte dal nido (sì, fa il nido con le uova come gli uccelli) e si allarga verso la superficie, ti attacca. Ne conosco uno a Woodhouse Reef, che ti attacca anche quando non sei nel suo cono, ma sei semplicemente in giro. In teoria dovrebbe mollarti quando non costituisci più una minaccia per quelle quattro uova contenenti altrettanti pesciolini brutti come lui, ma non lo fa: quello ti insegue fino a Jackson Reef. Quindi bazzicare il nido di un pesce balestra può essere un buon sistema. Il morso del balestra titano è rognosissimo. La piccola bocca non facilita l’inflizione di un danno esteso, ma è sufficiente a strappare campioni di capelli e cuoio capelluto, recidere tendini, etc. Segnatevi anche questa: verso nord, dopo il canyon, sul plateau a circa tredici metri! Garanzia di successo entro i tre metri dal cono. Auguri.




Un altro ceffo con pessime attitudini territoriali è lo squalo grigio, Carcharhinus amblyrinchos Se entrate nel suo territorio durante la stagione degli amori vi mostrerà tutto il suo dissenso, vi caricherà con le pettorali abbassate e facendo segno di no con la testa, ma difficilmente vi morderà, anche perché dopo il terzo assalto sarete sicuramente fuori dall’acqua. Non contateci troppo. Al fine di rimediare morsi importanti è più redditizio infastidire carcariniformi più grossi.
   Squali nutrice e cuccioli di pinna bianca di scogliera sono, al contrario, animali molto timidi, schivi, pigri e poco inclini alla lotta. Per smuoverli un po’ dal torpore e spronarli a mordere un buon metodo è quello di afferrare i cuccioli per la pinna pettorale e la caudale insieme. Normalmente questo si fa per mostrare al pubblico in visibilio quanto è figo il divemaster alfa. Sia pinna bianca di scogliera che nutrice possono infliggere morsi dolorosi. 

    Ma se siete alla ricerca del morso indimenticabile
    un animale col quale potete andare sul sicuro,  è il longimanus, sì: lo squalo pinna bianca oceanico. Il Carcharhinus longimanus è l'ideale per farvi infliggere ferite molto gravi mentre state assumendo un atteggiamento amichevole. Il longimanus è curioso, territoriale, infido prepotente. Non è molto grande, ma per agilità, sfrontatezza ed aggressività può essere tranquillamente associato a una pantera nera (che poi sarebbe un leopardo, ma l’inconscio collettivo s’allarma di più con la pantera nera) un animale, dicevamo, sfrontato e particolarmente mordace. Infastidire, carezzare e fare micio-micio con un longimanus dà la certezza di un morso da codice rosso. Se c’è uno squalo che ha fatto un bel numero di morti e feriti, tra naufraghi, sub e snorkelisti (anche senza motivo apparente) è proprio lui.


    E come rinunciare al morso di un magnifico squalo toro, dopo una corrida subacquea? il Carcharhinus leucas è un soggetto eccezionale, da coccolare o disturbare per un attacco memorabile: secondo in classifica solo al longimanus. Insomma, il bianco in confronto a questi due è un agnellino.




Immagino che qualcuno di voi voglia iniziare a farsi mordere, carezzando o infastidendo, specie più piccole e meno dannose. Questa scelta potrebbe apparire propedeutica, ma in realtà è solo poco coraggiosa: se l’obiettivo è un vero morso, un pesce sergente o una murenina bianca non conducono risultati rilevanti, né arricchiscono il bagaglio tecnico. L'atteggiamento intellettualmente onesto da tenere è quello di puntare direttamente al morso doloroso, sanguinolento, pericoloso per la vita stessa, un atto possibilmente compiuto mentre si sta dimostrando la propria superiorità sul pesce. Va da sé che l’allenamento con specie piccole e non letali è superfluo, come sanno tutti, ma proprio tutti i divemaster alfa. Non è solo manifestando grande carisma sul selvatico che ci poniamo sul piedistallo della specie eletta e dominatrice del globo terracqueo!

L'aspetto eroico e che restituisce la giusta dignità etica e carismatica all'Uomo insignito da Dio come dominatore del pianeta, e qui rappresentaato a pieno titolo nel divemaster alfa, è il feeding Per quanto possa sembrare immeritato, l’essere addentati mentre si dà da mangiare agli animali pericolosi, lo ribadiamo qui, ha una valenza eroica e rappresenta la summa delle doti del divemaster alfa. Mentre nella manipolazione e nell’infastidimento volontario (fisico o territoriale) del soggetto marino ci si può anche aspettare una reazione di non gradimento, nel feeding no. Nel feeding ci si aspetta gratitudine, fusa e lealtà. Per vostra grande fortuna, ma anche per la gioia di coloro che s’immergeranno dopo di voi nelle stesse acque (siano essi sub o poveri snorkelisti) le cose non andranno così. Secondo le statistiche i padroni morsi dal cane mentre gli porgono un biscotto non sono pochi, e quelli che non sono i padroni del cane sono ancora meno pochi, cioè molti di più, rispetto a di quelli di prima. Bene: chi non è mai stato morso da un cane, anche debolmente, mentre gli passava un biscotto? Il morso di uno squalo, per vostra sorte, è indimenticabile. I suoi denti sono fatti per penetrare la carne come dei bisturi ed il suo riflesso condizionato gli impone di scuotere la testa, anzi: il corpo intero mentre morde. Questo insieme di fattori comporta un’entusiasmante perdita di tessuti con sbuffi di verdissimo sangue. No, lo squalo non è velenoso: è il vostro sangue che sott’acqua diventa verde. Ma il danno non finisce qua: col feeding potete tramandare la possibilità di essere morsi anche agli altri, quelli che verranno dopo di voi. Nel dar da mangiare agli squali li abituerete alla presenza di umani. Come avevamo detto all’inizio, le specie marine sono ovviamente molto cacasotto. Le specie come gli squali lo sono un pochino meno, ma lo sono anch’esse. L’idea geniale nel feeding è quella  una specie pericolosa a vincere la timidezza. A dar da mangiare agli squali il morso da ospedale è garantito! A meno che non indossiate una shark-suite, facendo cadere lo scopo del vostro viaggio, dei vostri tentativi.
   L'esempio da imitare e il cubano a mani nude. Godetevi, con una punta di sana invidia, il successo ottenuto dal divemaster qui sotto.



E' giusto sapere che anche le cernie di Lavezzi e di Ribbon Reef ogni tanto mordono, ma non è un morso degno di un codice giallo.
Nello shark feeding c’è una valenza eroica, ma se il feeding riguarda specie innocue come i pesci sergenti, lo scopo dell’azione viene a mancare: dai pesci sergenti non otterrete mai lesioni serie, solo pizzicotti. Comunque non disperate: nel dar da mangiare a piccole specie c’è sempre la possibilità che un grande barracuda o un squalo facciano confusione tra il vostro dito, il formaggio spray ed i pescetti che si agitano intorno a voi. Questo rischio c’è sempre e può valere una fantastica amputazione. E’ tuttavia un metodo poco diretto e poco sicuro: normalmente chi lo utilizza è inconsapevole dei rischi.

A metà strada tra il morso da specie marina procurato volontariamente o involontariamente, c’è la pesca in apnea. Girare con pesci che vibrano o pesci sanguinolenti intorno può indurre le specie più territoriali di tutte, tipo i predatori che son quelli che dicono che ogni ferito o malfermo è roba loro, a ritenervi dei rivali: “Chi mezzeca è questo qua che caccia nella mia riserva personale, eh?”Anche lì potreste ricavare dei morsi indimenticabili da specie come lo squalo bianco, lo squalo tigre e altri grandi coatti del mare.

Fare surf vestiti da foca è un altro espediente molto creativo e degno d’approfondimento, ma sicuramente esula il nostro campo. Il nostro campo è la subacquea! Restiamo sott’acqua: nella prossima puntata affronteremo le nostre capacità di farci pungere o ustionare, anche a morte, da altre specie marine!


http://claudiodimanao-fishbowlhead.blogspot.ch/2016/02/come-farvi-pungere-e-far-parlare-i.html