30 gen 2018

il protagonista misterioso degli abissi


Fuori è una bella giornata, il cielo è limpido ma nella sala conferenze del museo almeno un centinaio di persone hanno scelto di assistere a uno spettacolo insolito: quello degli scienziati che ci spiegano la strana sostanza dei loro lavori.

Rudolf Stockar è il responsabile degli scavi di Monte San Giorgio, una delle miniere di fossili marini più importanti al mondo. I suoi tesori sono disposti su cinque strati depositatisi nel Triassico medio nell’arco di circa dieci milioni di anni. Le immagini al microscopio ci mostrano che i sedimenti sono stati cementati tra loro e intorno ai fossili da una strana colla. Una bio-colla, per l’esattezza. L’hanno creata i batteri.

Siamo nel mondo de ‘Il quinto giorno’ capolavoro di Frank Schätzing, dove l’umanità intera scopre che gli abissi sono dominati da esseri monocellulari, quali sono i batteri. Sono loro i protagonisti misteriosi e innominabili di ‘Abissi’, il leitmotiv  fortemente voluto da Beatrice Jann, biologa marina, ricercatrice, per questa edizionedi Mondi Sommersi. Un tema che, se rivelato all’inizio avrebbe forse spaventato o destato scarso interesse nel pubblico ‘meno scienziato’. Un inganno ben riuscito, perché d’abissi s’è parlato. Ma anche di esplorazioni spaziali, fossili, laghi alpini. 

Tomaso Bontognali, lavora per Exo-Mars 2020. L’animazione della sonda che raggiungerà Marte nel 2021 scorre sullo schermo. L’attrezzo dopo nove mesi di viaggio perforerà la superficie del pianeta rosso con una specie di trapano alla ricerca di tracce di vita batterica. Esaminerà la superficie marziana da 70 a 200 cm di profondità, dove le radiazioni e i gas tossici forse hanno lasciato intatto il ricordo di una vita sul pianeta. Cercherà fossili microbici, biomarcatori e sedimenti tipici del microbial mat, il tappeto microbiale che si trova, sul pianeta Terra, soprattutto negli stromatoliti.



Stefano Bernasconi, professore di Biogeochimica al politecnico di Zurigo, per qualche verso (non me ne voglia, parlo di uno dei miei scrittori cult) mi ricorda fisicamente Douglas Adams. Ha lo stesso piglio ironico all’inglese e ci mostra mondi fantastici. Visitare gli abissi oceanici è come visitare pianeti di altre galassie. Ci presenta il mitico Alvin, batiscafo per la ricerca, e ci spiega un po’ come si vive a bordo sia di Alvin che delle navi da ricerca, dei vari ‘battesimi’ celebrati a suon di secchiate d’acqua e avanzi di cucina da lanciare sull’iniziato dopo il primo viaggio negli abissi. Ma soprattutto ci presenta le fumarole, questi veri  e propri crogioli di vita allineati al limite delle placche continentali. E della vita stessa. Lì intorno l’acqua può raggiungere facilmente i 400° centigradi ma non evapora per effetto dell’immensa pressione. In mondo buio, bollente e con una pressione che schiaccerebbe un sottomarino nucleare classe Typhoon come una lattina di birra, vermi e batteri si aggrappano alle fumarole metabolizzando alimenti inorganici e traendo energia non dall’ossigeno o dalla luce, ma dal calore.



Un mondo alieno. Ma anche molto instabile; temperature e elementi chimici creano continuamente nuovi composti, e le fumarole si accendono e si spengono secondo il capriccio delle placche continentali. Ma in quel mondo alieno c’è chi ha visto un guadagno, dallo sfruttamento del calore a quello dei minerali.
Siamo di nuovo nel mondo de ‘Il quinto giorno’, dove la manipolazione degli idrati di metano negli abissi crea una catena di eventi oltre la portata dell’essere umano, e dove i batteri (come in Mondi Sommersi 2018) sono i protagonisti. Vogliono estrarre minerali e petrolio dal fondo del mare e c’è chi cerca di proteggerlo, ma operare una nave per la ricerca scientifica come Joides Resolution costa 150.000 dollari al giorno. Sto per far partire la solita polemica sui fondi alla ricerca. Mi fermo. L’avventura di Caslano è stata altra roba. Ho scoperto cose emozionanti. Prima di Mondi Sommersi 2018 ero rimasto alla circolazione termoalina, cioè la circolazione delle correnti oceaniche che generano un ricambio totale ogni 500 anni. (Illuminate il film di Bortoli, Boyer, Jop: The Trip: Il Viaggio)



A Caslano scopro che c’è un’altra circolazione: quella delle fumarole. Si stima che in 10 milioni di anni le fumarole abissali riciclino tutta l’acqua degli oceani. Si parla dell’instabilità, prerogativa dell’evoluzione e della vita stessa. Rivelazioni del genere mi emozionano profondamente, mi sento come al cospetto di una Pietà di Michelangelo. Tra un intervento e l’altro le immagini subacquee di Franca e Mauro Bernasconi sfilano ipnotiche, con musica e voce fuori campo, di una bellezza indicibile.


Cristiana Barzaghi è un biologa e animatrice. Ha costruito una rana pescatrice. L’ha fatta trafficando a lungo su un casco da motociclista, apponendo denti, pinne, occhi e una specie di abatjour che pende come esca luminosa. L’ha fatto per i più piccoli, per coinvolgerli in quello spettacolo a volte pauroso che è il mondo degli abissi.
Mauro Tonolla, Samule Roman e Cristina Fragoso-Corti ci mostrano delle ampolle colorate. Contengono i batteri del lago Cadagno, dove un paio di volte sono andato in mountain-bike. Avevo esplorato il caseificio dove fanno il Piora, un formaggio da venerare, ma non m’ero mai immerso lì. Scopro che ogni strato di quel lago dalle condizioni estreme ha un colore determinato dai batteri che lo abitano. I batteri vanno in scena su un tavolo, rinchiusi in ampolle rosa, magenta, verde e petrolio, oppure nei vetrini sotto il microscopio. Il buffet offerto dal Museo per chi si attarda fino all’ultima presentazione è una pausa tra un tempo e l’altro dello show. Sembra di stare a teatro, con gli scienziati che si esibiscono dal vivo su un unico tema.

La natura è l’opera più grande. Non c’è bisogno di cercare un artefice, è lì chiunque l’abbia fatta. Esserne testimoni e interpreti è il nostro privilegio di esseri senzienti. A Caslano abbiamo celebrato i batteri, la forma di vita predominante sul nostro pianeta e chissà, forse altrove. Bisogna farcene una ragione. Speriamo solo di non farli incazzare, come ne ‘Il quinto giorno’.


Titoli di coda

Relatori/animatori
Cristiana Barzaghi, Rudolf Stockar, Stefano Bernasconi, Tomaso Bontognali, 
Mauro Tonolla, Samuele Roman, Cristina Fragoso-Corti.
Organizzazione
Beatrice Jann, Maurizio Valente (Museo della Pesca), Franca e Mauro Bernasconi, 
Cristiana Barzaghi, Claudio Di Manao

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